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Studio Biblico

Realizzato dal Pastore

Archetto Brasiello

La Chiesa

La definizione della Chiesa
La parola greca "Ekklēsia" comunemente tradotta come "Chiesa", deriva dal greco "Ek (fuori) +
Kaleō (chiamato)" e significa "i Chiamati Fuori" e si riferisce ai figli di Dio che sono chiamati fuori
delle tenebre nella meravigliosa luce di Dio.

 

1 Pietro 2:9 - " Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinche` proclamiate le meraviglie di Colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla Sua meravigliosa luce."
 

Una Chiesa non è una costruzione fatta dalle mani degli uomini; la chiesa è formata da ogni credente
che ama Dio, che vive per Lui e che desidera servirLo.

 

Atti 7:48-50 (Nuova Diodati) - "Ma l'Altissimo non abita in templi fatti da mani d'uomo, come dice il profeta: Il cielo e` il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi; quale casa mi edifichereste voi, dice il Signore, o quale sarebbe il luogo del mio riposo? Non ha la mia mano fatto tutte queste cose?" (da Isaia 66:1-2 - Nuova Diodati)
 

Una Chiesa Cristiana non è un'istituzione e nemmeno una religione, poiché Gesù non ha mai dato
inizio ad una nuova religione, fermo restando la necessità dei credenti che, uniti dalla medesima
esperienza, sentono il bisogno di incontrarsi insieme in un medesimo luogo per edificarsi ed esercitare
il loro culto al Signore.

 

PAROLE CHE DEFINISCONO I CRISTIANI
a. Fratelli
Atti 1:15 “In quei giorni, Pietro, alzatosi in mezzo ai fratelli (il numero delle persone riunite era di circa centoventi), disse:”

 

Indica il legame quali membri della Famiglia di Dio, uniti dalla Nuova Nascita.
 

b. Credenti
1Corinzi 1:21 “Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.

 

c. Santi
Atti 9:32 “Avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti si recò anche dai santi residenti a Lidda.

 

Perchè separati dal mondo e consacrati a Dio
 

d. Eletti
1Pietro 1:1 “Pietro, apostolo di Gesù Cristo, agli eletti che vivono come forestieri dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia,”

 

Perché scelti da Dio.
 

e. Discepoli
Atti 9:38 “Poiché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che Pietro era là, mandarono due uomini per pregarlo che senza indugio andasse da loro”

 

Perché sottoposti ad un ammaestramento spirituale.
 

f. Cristiani
Atti 11:26 “Essi parteciparono per un anno intero alle riunioni della chiesa, e istruirono un gran numero di persone; ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.

 

Perché seguaci di Gesù Cristo
 

g. Quelli della Nuova Via
Atti 19:9 “Ma siccome alcuni si ostinavano e rifiutavano di credere dicendo male della nuova Via davanti alla folla, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli e insegnava ogni giorno nella scuola di Tiranno.”

 

Riferita alla Via che è Gesù e al loro nuovo percorso di vita.
 

LE FIGURE DELLA CHIESA
a. Il Corpo di Cristo
L’uso di questa figura ci ricorda che la Chiesa è un organismo e non solamente una organizzazione.

 

1 Corinzi 12:13 Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo,
Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito.

 

È ogni credente nato di nuovo ha la sua parte e la sua importanza in questo Corpo.
 

b. Il Tempio di Dio
1 Pietro 2:5 “anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.”

 

c. La Sposa di Cristo
Apocalisse 22:17 “Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita.”

 

Per la sua unione e legame di amore con lo Sposo che è Cristo Gesù.
 

LA FONDAZIONE DELLA CHIESA
La Chiesa è una istituzione divina che ha come suo Capo e unico fondamento la Persona di Cristo
Gesù.

 

Matteo 16:18 “E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere.”
 

L’APPARTENENZA AD UNA CHIESA
Per appartenere alla Chiesa di Gesù Cristo è necessaria l’esperienza della Salvezza o della Nuova
Nascita che garantisce l’entrata nel Regno di Dio. (Atti 16:31)

 

Con il battesimo in acqua, il credente sancisce la sua ufficialità, testimonianza e appartenza alla
chiesa.

 

Atti 2:41 ”Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone.”
 

Dobbiamo però distinguere l’appartenza alla chiesa visibile che è composta da una comunità e ben
specifica di credenti e la Chiesa Invisibile che è formata da tutti i veri cristiani che possono
appartenere a tutte le altre denominazioni; fermo restando che questa denominazione professi i
principali principi biblici.

 

1Corinzi 15:9 “perché io sono il minimo degli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio.”
 

1Corinzi 1:2 “alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi, con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro:”
 

L’OPERA DELLA CHIESA
a. Annunciare la salvezza
1Corinzi 9:16 “Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!”

 

b. Tenere alto il livello della moralità (Buona Testimonianza)
1Tessalonicesi 5:5 “perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.”

 

1Tessalonicesi 5:14 “Vi esortiamo, fratelli, ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli, a essere pazienti con tutti.”
 

c. Coltivare la Comunione Fraterna, l’edificazione e la pace
Atti 2:42 “Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.”

 

2Corinzi 13:11 “Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d'amore e di pace sarà con voi.”
 

1 Corinzi 14:26 “Che dunque, fratelli? Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un'interpretazione, si faccia ogni cosa per l'edificazione.”
 

d. Promuovere la comunione con Dio
1Timoteo 2:1 “Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini,”

 

GLI ORDINAMENTI DELLA CHIESA
Il Cristianesimo non è una religione ritualistica; al centro di esso vi è il contatto diretto dell’uomo con Dio
attraverso lo Spirito Santo. La Chiesa di ogni tempo e di ogni paese ha libertà di adottare il metodo che meglio
le conviene per esprimere la propria vita spirituale.

 

Vi sono però due cerimonie che sono essenziali, perché sono state ordinate da Gesù, cioè:
- Il battesimo in acqua;
- La Cena del Signore

 

Per il loro carattere sacro vengono a volte chiamati “Sacramenti = cose sacre”; oppure, ordinamenti, perché
ordinati da Gesù.

 

1. IL BATTESIMO
Il battesimo in acqua è stato istituito dal Signore Gesù Cristo ed è valido per la Chiesa di ogni tempo.
(Matteo 28:19) “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo,”

a. Il modo
Il termine battesimo deriva dal greco “baptismos” che vuole dire immersione; viene da “baptizein” che, a sua
volta, vuole dire immergere.
“…discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò. Quando uscirono dall'acqua…”
(Atti 8:38-39)
Il metodo dell’immersione è scritturale e corrisponde perfettamente al significato simbolico del battesimo, cioè
la morte, il seppellimento e la resurrezione (Romani 6:3-4)

b. La formula
“… battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,” (Matteo 28:19)
L’ordine di Pietro: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo…” (Atti 2:38) non
rappresenta una formula battesimale, ma è soltanto l’affermazione che quelle persone che dovevano essere e,
furono battezzate, riconoscendo Gesù come Signore e Cristo.
Con altre parole il battesimo è quell'atto religioso che introduce ufficialmente il credente nel cristianesimo e
quindi nella Chiesa.

c. Il candidato al battesimo
Poiché il battesimo è la manifestazione esterna di un cambiamento interno, il candidato deve soddisfare i
seguenti requisiti:
- ABBIA UDITO LA PAROLA DI DIO
È il primo adempimento perché, senza l’ascolto della Parola di Dio non può esserci salvezza. “Ora come
invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui nel quale non hanno sentito
parlare? ... Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.”
Rom.10:14,17
- SIA NATO DI NUOVO
Con la conversione tutte le cose vecchie ossia, i sentimenti, i modi di agire, di pensare e così via, che prima
governavano il vivere quotidiano, e che ora diventano un nuovo stile di vita.
“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate
nuove.” 2Cor. 5:17
In virtù di questa esperienza, la presenza di Dio viene dimorare in quella persona
- MOSTRA IL FRUTTO DELLA TRASFORMAZIONE
“Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che ora vivo nella
carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me.” Galati 2:20
d. L’efficacia del battesimo
Il battesimo in acqua in se stesso non ha nessuna potenza per salvare; le persone sono battezzate non per essere
salvate, ma perché sono salvate.
È comunque indispensabile in termini di ubbidienza.
LA CENA DEL SIGNORE
La Cena del Signore è l’ordinamento che il nostro Signore Gesù Cristo, alla vigilia della sua crocifissione,
istituì per la Sua Chiesa. Essa è conosciuta anche con i nomi di: “Santa Cena”, "comunione", "mensa del
Signore", "sacramento", "eucaristia" (che significa: "azione di grazie").
a. Una commemorazione
Luca 22:17-20: "E, preso un calice, rese grazie e disse: "Prendete questo e distribuitelo fra di voi; perché io
vi dico che ormai non berrò più del frutto della vigna, finché sia venuto il regno di Dio". Poi prese del pane,
rese grazie e lo ruppe, e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in
memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: "Questo calice è il nuovo
patto nel mio sangue, che è versato per voi".
Attraverso la celebrazione di questo gesto, noi non ripetiamo il sacrificio di Cristo, ma lo ricordiamo.
Comprendere questo aspetto è estremamente importante. L’avvenimento della Sua morte, infatti, coronò il Suo
Ministerio perché noi non siamo stati salvati attraverso la sua vita e i suoi insegnamenti, per quanto siano stati
divini, ma attraverso il Sacrificio della Sua morte.
b. Una comunione con Cristo.
1Corinzi 10:14-17: "Perciò, cari miei, fuggite l'idolatria. Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi
di quello che dico. Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è egli la comunione col sangue di
Cristo?"
c. Una comunione con la Chiesa
1Corinzi 10:14-17: "Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è egli la comunione col sangue di
Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è egli la comunione col corpo di Cristo? Siccome v'è un unico pane,
noi, che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell'unico pane".
La Chiesa è un corpo e in quanto tale deve essere legato in modo perfetto. La Santa Cena ci ricorda che ogni
fratello deve avere comunione con il corpo di Cristo. È importante considerare che "tutti" ne mangiarono e
"tutti ne bevvero" Marco 14:22- 26: "Mentre mangiavano, Gesù prese del pane; detta la benedizione, lo
spezzò, lo diede loro e disse: "Prendete, questo è il mio corpo". Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede
loro, e tutti ne bevvero. Poi Gesù disse: "Questo è il mio sangue, il sangue del patto, che è sparso per molti.
In verità vi dico che non berrò più del frutto della vigna fino al giorno che lo berrò nuovo nel regno di Dio".
Dopo che ebbero cantato gli inni, uscirono per andare al monte degli Ulivi".
Da questo ne consegue che in questa esperienza ci può essere la partecipazione solo dei credenti (accostarsi
nel prendere il pane e il vino).
d. Ricordare che Gesù ritorna
1Corinzi 11:26: "Poiché ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la
morte del Signore, finch'egli venga".
La Santa Cena è un annuncio alla preparazione per il ritorno di Gesù Cristo. La Santa Cena, dunque, ha anche
un carattere escatologico ed è il segno col quale il Signore ha lasciato ai discepoli l'impressione più consolante
Matteo 26:29: "Io vi dico che d'ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò
nuovo con voi nel regno del Padre mio".
Nella Cena del Signore, vengono quindi ricordate tre cose:
- In relazione al passato esso ci mostra il riscatto della Chiesa operato dal sacrificio espiatorio di Gesù Cristo,
sulla croce del Calvario;
- In relazione al presente esso è intima comunione con Cristo e la Comunità.
- In relazione al futuro esso è annuncio della felicità eterna della Chiesa; il ritorno di Gesù Cristo.
I SIMBOLI DELLA CENA DEL SIGNORE
a. Il pane
Marco 14:22 “Mentre mangiavano, Gesù prese del pane; detta la benedizione, lo spezzò, lo diede loro e disse:
«Prendete, questo è il mio corpo».”
Alcuni usano anche i crackers, pancarrè, ecc…ma l’importante è il significato nei simboli; Se ci fosse tale
rigore nell’usare per forza il pane, allora bisognerebbe usare il pane azzimo.
b. Il vino
Marco 4:23 “Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, e tutti ne bevvero.”
Stessa cosa per il vino; alcune comunità usano il succo di frutta di uva.
ALCUNE PRECISAZIONI
a. Quando fare la Santa Cena?
La chiesa primitiva lo faceva ogni giorno
“E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro
cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore,” (Atti 2:46)
Anche se poi questa continuità, registrò un atteggiamento di superficialità.
Nella Bibbia non è precisato il tempo di questo ordinamento, ma è solo scritto : “….fate questo in memoria di
me.” (Luca 22:19)
Alcune chiese lo fanno la prima domenica del mese, altre secondo il bisogno; resta inteso che la mancanza di
questo appuntamento in una comunità è un segnale preoccupante.
b. Come fare la Santa Cena; Calice o bicchierini monouso?
Non tutte le chiese usano un unico calice per bere il vino nella Santa cena; si estende sempre più infatti la
consuetudine di usare piccoli bicchierini monouso.
Certo questa prassi potrà scandalizzare i più “ortodossi” Però bisogna riconoscere che, accostarsi con un misto
di desiderio e repulsione o essere distratti per paura di contagiarsi, rende vano un momento solenne come la
Santa Cena, dove invece è richiesto molto raccoglimento.
Ad ogni modo, pensiamo che la solennità di un’azione, la sua “santità” per così dire, sia nel significato
profondo che il nostro cuore, la nostra fede gli attribuisce, piuttosto che nei strumenti esteriori che si utilizzano.
ALCUNE TEORIE
a. La teoria della Transustanziazione.
Questa teoria è dogma della Chiesa Cattolica Romana, ma è accettata anche dalle cosiddette Chiese Ortodosse
e da altri gruppi simili. Questa dottrina insegna il senso pienamente materiale delle parole di Gesù in Giovanni
6:53-54: "Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo
e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna;".
Il dogma cattolico insegna che al momento in cui il sacerdote officiante il rito della Comunione, pronuncia le
parole sacramentali "questo è il mio corpo", in virtù del potere sacerdotale che ha ricevuto, sostituisce al pane
e al vino, il corpo e il sangue di Cristo, cioè la persona stessa di Cristo, corpo, anima e Deità.
b. La teoria della Consustanziazione.
Questa teoria è condivisa soprattutto dai luterani e altri simili gruppi cristiani. L'insegnamento, simile a quello
della transustanziazione, è che nel momento in cui l'Officiante benedice il pane e il vino, si aggiungono ad
essi, in senso letterale e materiale, sebbene invisibile agli occhi umani, il corpo e il sangue di Gesù Cristo,
cosicché al posto di un'unica sostanza ce ne sono due.
Queste teorie sopra menzionate sono errate; se così fosse, vorrebbe dire che la Cena del Signore si ridurrebbe
ad una sorta di cannibalismo; non solo, ma all’ultima cena che Gesù ebbe con i discepoli, ci sarebbe stata una
“doppia” presenza di Gesù; una nel pane e nel vino e l’altra presente.
I MINISTERI NELLA CHIESA
PREMESSA
Il termine “ministerio” dal lat. ministerium e significa “servizio, ufficio, carica” e, nel nostro caso, corrisponde
alla “prestazione volontaria e spontanea a favore dei credenti.”
Il ministerio, quindi, è un servizio spirituale, una prestazione volontaria a favore della comunità cristiana, in
conseguenza di una specifica chiamata di Dio, in antitesi con qualsiasi forma di professionismo o di mestiere,
allo scopo di trarne i mezzi necessari per vivere, ma rappresentano una scelta operata in conseguenza di una
vocazione divina.
I ministeri che Cristo ha ordinato nella chiesa sono cinque, e sono regolati da Efesini 4:11:
Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e
dottori
Nella chiesa di Antiochia erano presenti altri ministeri oltre al Pastore:
Atti degli Apostoli 13:1
Or, nella chiesa di Antiochia, vi erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone chiamato Niger, Lucio di Cirene,
Manaen, allevato assieme a Erode il tetrarca, e Saulo.
L’importanza dei Ministeri nella Chiesa
Questi ministeri sono alla base della chiesa, quindi una chiesa senza questi ministeri è in balìa delle onde e
una chiesa senza alcuni di questi ministeri è incompleta.
Come un equipaggio senza ruoli vede la propria nave miseramente affondare, così anche la Chiesa di Cristo
quando prescinde dai ministeri ordinati dal Signore non può adempiere ciò che Dio brama vedere in ogni
comunità cristiana, e cioè:
Efesini 4:12-16
per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo, finché
giungiamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, a un uomo perfetto, alla misura della
statura della pienezza di Cristo, affinché non siamo più bambini, sballottati e trasportati da ogni vento di
dottrina, per la frode degli uomini, per la loro astuzia, mediante gli inganni dell’errore, ma dicendo la verità
con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Dal quale tutto il corpo ben connesso
e unito insieme, mediante il contributo fornito da ogni giuntura e secondo il vigore di ogni singola parte,
produce la crescita del corpo per l’edificazione di se stesso nell’amore.
Nella chiesa del Signore, Dio non ha mai ordinato alcuna gerarchia in quanto noi tutti siamo allo stesso livello,
tanti fratelli e sorelle con un unico Padre. Ma è importante sottolineare che, come nel matrimonio o nella
famiglia Dio ha posto una diversità di ruoli, così anche nella chiesa Egli ha posto una diversità di ministeri,
cioè di compiti, che Egli stesso ha dato secondo la Sua propria sapienza per adempiere allo scopo sopra citato,
cioè per rendere la chiesa pronta al Suo regno.
Ecco un ulteriore chiarimento:
Romani 12:4-5
Infatti, come in uno stesso corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno la medesima funzione,
così noi, che siamo molti, siamo un medesimo corpo in Cristo, e ciascuno siamo membra l’uno dell’altro.
LO SCOPO DEI MINISTERI
Oggi la chiesa stessa che continua l’opera di Cristo ed è come se fosse la mano di Dio in terra, atta ad operare
miracoli e ad afferrare le anime per strapparle alla volontà del diavolo. Ovviamente una mano non può afferrare
bene qualcosa se manca di qualche dito, così la chiesa di Cristo non riesce a crescere in modo esponenziale
come gli esempi apostolici né riesce ad essere influente come dovrebbe se manca di qualche ministero.
L’immagine della mano in relazione ai cinque ministeri, e quindi in relazione alla chiesa, è molto significativa
e calza perfettamente, avendo ogni dito un compito o una caratteristica propria che va a comporre la mano
dell’uomo:
1. Apostolo/Pollice: il più resistente, capace di interagire con tutte le altre dita e di sopportare il peso e
la pressione di tutto il corpo;
2. Profeta/Indice: indica alla chiesa la direzione giusta per camminare nella piena volontà di Dio;
3. Evangelista/Medio: il più lungo di tutti, capace di raggiungere chi è lontano prima degli altri;
4. Pastore/Anulare: il dito della fede matrimoniale, si occupa delle relazioni interpersonali e di tenere
unita la famiglia del Signore;
5. Dottore/Mignolo: l’unico capace di arrivare nei posti più difficili e nelle situazioni più complicate.
La chiamata può avvenire solo da parte di Dio stesso o comunque solo tramite Suo comando:
Geremia 1:5
«Prima che io ti formassi nel grembo di tua madre, ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, ti
ho consacrato e ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Atti 26:16
Ma alzati e stà in piedi, perché per questo ti sono apparso: per costituirti ministro e testimone delle cose che
tu hai visto e di quelle per le quali io ti apparirò
Atti 1:24-26
E, pregando, dissero: «Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto, per
ricevere la sorte di questo ministero e apostolato, dal quale Giuda si è sviato per andare al suo luogo». Così
tirarono a sorte, e la sorte cadde su Mattia; ed egli fu aggiunto agli undici apostoli.
Dopo di ciò c’è la chiamata di Dio a quel ministero, chiamata che può arrivare anche dopo moltissimi anni, in
qualsiasi momento della vita del chiamato:
Amos 7:14
Allora Amos rispose e disse ad Amatsiah: «Io non ero profeta né figlio di profeti, ma ero un mandriano e
coltivavo i sicomori.
La chiamata di Dio dev’essere anche riconosciuta e confermata dagli altri.
1Timoteo 4:13-14
Applicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento, finché io venga. Non trascurare il dono che è in te,
che ti è stato dato per profezia, con l’imposizione delle mani da parte del collegio degli anziani.
2Timoteo 1:6-8
Per questa ragione ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani. Dio
infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di potenza, di amore e di disciplina.
Resta inteso che, la testimonianza della persona che Dio chiama al ministerio sia contrastinta da un
comportamento coerente
Ogni chiesa può anche avere più ministri di ogni ministero allo stesso tempo:
Atti 13:1
Or, nella chiesa di Antiochia, vi erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone chiamato Niger, Lucio di
Cirene, Manaen, allevato assieme a Erode il tetrarca, e Saulo.
LA NATURA DEI MINISTERI
1. L’Apostolo
È il titolo che inizialmente ebbero esclusivamente i dodici discepoli di Gesù e, già da questo, se ne può evincere
il significato. La parola “apostolo” deriva dal greco antico e significa “inviato” o “rappresentante”. Secondo
il vocabolario Treccani è anche “il primo evangelizzatore di un paese”, infatti i dodici furono i primi chiamati
all’apostolato in quanto avevano ricevuto il compito di dare il via al nuovo messaggio della grazia.
Nel Nuovo Testamento troviamo altri apostoli oltre ai dodici, come lo stesso apostolo Paolo ma anche altri:
Filippesi 2:25
Tuttavia ho ritenuto necessario di mandarvi Epafrodito, mio fratello, compagno d’opera e di lotta, vostro
apostolo e ministro dei miei bisogni,
Romani 16:7
Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigione, i quali sono segnalati fra gli apostoli, e
anche sono stati in Cristo prima di me.
2Corinzi 8:23
Quanto a Tito, egli è mio collaboratore e compagno d’opera in mezzo a voi; quanto ai fratelli, essi sono
apostoli delle chiese, gloria di Cristo.
Dalla Bibbia e dall’opera compiuta da tutti gli apostoli, possiamo comprendere che il ministero dell’Apostolo
consiste principalmente nel fondare nuove chiese sul solido fondamento dell’Evangelo, lì dove Cristo non è
conosciuto:
Romani 15:20
avendo l’ambizione di evangelizzare là dove non era ancora stato nominato Cristo, per non edificare sul
fondamento altrui.
Nonostante tutti e cinque i ministeri lavorino strettamente insieme e siano interdipendenti, l’Apostolo si
interfaccia particolarmente con gli altri in varie fasi dell’opera di Dio: nascita, crescita e gestione.
È utile precisare, infine, che ci sono stati anche gli apostoli del fondamento, ovvero, i dodici apostoli, la cui
chiamata, seppur simile al compito dell’attuale ministerio dell’apostolo, risulta unica e irripetibile.
Efesini 2:20
“Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra
angolare,”
2. Il Profeta
Il cui nome significa “preannunciare, predire, annunciare” è colui che più spesso parla per pura ispirazione
Divina e non per sua propria conoscenza o sapienza. Il Profeta nella chiesa predice, esorta, rivela, conforta in
modo molto efficace, parlando appunto per pura ispirazione Divina.
Dio si usa dei profeti nella chiesa anche per rivelare una chiamata ad altri:
Atti 13:2
Or, mentre celebravano il servizio al Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte
Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati».
C’è da dire che il ministero del Profeta non va confuso con il dono di profezia, uno dei nove doni spirituali
descritti in 1Corinzi 12:8-10, infatti i doni dello Spirito Santo non sono propri come i ministeri, ma impropri,
ovvero lo Spirito sceglie a chi darli e quando darli in base alle esigenze e possono essere esercitati solo nel
momento in cui si ricevono.
3. Evangelista
Il ministero dell’Evangelista consiste invece nello spargere il seme della salvezza in ogni dove e in qualsiasi
momento. Benché ogni singolo cristiano abbia ricevuto il grande mandato di predicare l’Evangelo ad ogni
creatura e può (deve) farlo, l’Evangelista riesce però a fare ciò con un’efficacia e una persuasione unici.
Atti 8:5-6
Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. E le folle unanimi prestavano attenzione alle cose
dette da Filippo, ascoltandolo e osservando i miracoli che faceva.
Egli è consapevole della sua chiamata ed è continuamente attivo per evangelizzare, spesso itinerante dovunque
Dio lo mandi. A lui può essere affidata l’organizzazione ed il coordinamento dei gruppi di evangelizzazione
nella chiesa.
4. Il Pastore
Il Pastore è invece colui che, come dice il titolo stesso, si occupa personalmente delle pecore del gregge. Il
ministero del Pastore non consiste solo nel predicare la Parola di Dio nella chiesa, cosa ufficialmente affidata
a tutti e cinque i ministeri, ma consiste principalmente nel curare gli aspetti interpersonali e intrapersonali della
chiesa nel senso più stretto, occupandosi di portare il peso insieme ai fedeli e di consigliarli per quanto riguarda
le situazioni più delicate e familiari che possano verificarsi.
Per questa sua peculiarità è tra i servizi più difficili, poiché prevede il relazionarsi con le persone per più tempo,
a differenza degli altri ministeri.
2 Timoteo 4:1-4
Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo
regno: 2 predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta
con ogni tipo di insegnamento e pazienza. 3 Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina,
ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, 4 e distoglieranno
le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.
Lineamenti peculiari di chi ha ricevuto il ministero del Pastore sono certamente la grande sensibilità, la
delicatezza e il tatto verso il prossimo.
1 Timoteo 5:1-2
Non riprendere con asprezza l'uomo anziano, ma esortalo come si esorta un padre; i giovani, come fratelli;
le donne anziane, come madri; le giovani, come sorelle, in tutta purezza.
5. Dottore
Il compito del ministerio del dottore, in ogni comunità, è l’insegnamento. Il suo scopo principale è quello di
far crescere la chiesa dal punto di vista dottrinale. Egli è colui che nella chiesa ha lo scopo di far ordine per
quanto riguarda le dottrine; ha capacità di spiegarle e spinge la comunità allo studio della Parola, facendola
crescere così per mezzo di essa (1Pietro 2:2) senza farla rimanere come un infante facilmente sballottabile
qua e là (Efesini 4:14; Ebrei 13:9).
I REQUISITI E COMPITI DEL MINISTERIO
1 Timoteo 3:1-7
Certa è quest'affermazione: se uno aspira all'incarico di vescovo, desidera un'attività lodevole. 2
Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente,
dignitoso, ospitale, capace di insegnare, 3 non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso,
non attaccato al denaro, 4 che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente
rispettosi 5 (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa
di Dio?), 6 che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna
inflitta al diavolo. 7 Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché
non cada in discredito e nel laccio del diavolo.
N.B. Irreprensibile, non vuol dire sia un essere perfetto, ma significa, piuttosto che, ci sono aspetti e
comportamenti immorali, tali da gettare discredito sul compito che gli è stato affidato.
Non bisogna però approfittare e portalo all’esasperazione
2 Corinzi 12:11
Sono diventato pazzo; siete voi che mi ci avete costretto;…
Il compito del ministerio del pastore
1 Pietro 5:1-4
2 pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente
secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; 3 non come dominatori di quelli che vi
sono affidati, ma come esempi del gregge. 4 E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la
corona della gloria che non appassisce.
GLI IMPEGNI DELLA COMUNITÀ NEI CONFRONTI DEL MINISTERIO
a. Sostegno economico
1 Timoteo 5:17-18
Gli anziani che tengono bene la presidenza siano reputati degni di doppio onore, specialmente
quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento; 18 infatti la Scrittura dice: «Non
mettere la museruola al bue che trebbia»; e: «L'operaio è degno del suo salario».
1 Corinzi 9:14
Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo.
b. Rispetto e sottomissione
Ebrei 12:17
Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come
chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi
sarebbe di alcuna utilità.
c. Non accettare accuse infondate sul ministerio.
1Timoteo 5:19
Non ricevere accuse contro un anziano, se non vi sono due o tre testimoni.
Terminologia ecclesiastica.
Il ministerio cristiano, nelle sue particolari caratteristiche, viene anche definito da un’altra
terminologia; e sono: Vescovo, Anziano, Diacono.
1) Vescovo, dal greco episcopoi cioè sorveglianti.
Al sorgere delle comunità cristiane questo termine espresse genericamente il compito del conduttore
di una comunità o quello più impegnativo di soprintendente di un gruppo di comunità di una
medesima giurisdizione;
2) Anziano, dal greco presbiteri che vuol dire letteralmente anziano.
1Timoteo 5:17
Gli anziani che tengono bene la presidenza siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli
che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento;
Anche questo termine, è riferito al conduttore di una comunità; il quale, per la chiamata ricevuta da
Dio e per la sua esperienza e saggezza, ricopre questa responsabilità.
3) Diaconi, dal greco: servitori.
Il servizio del diaconato è soprattutto di carattere assistenziale, di opere pietose e assistenze.
Romani 12:8
se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi
fa opere di misericordia, le faccia con gioia.
1Corinzi 12:28
E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo
dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue.
I Diaconi
La parola “diacono” deriva dal greco “diakonos”, che significa “servitore”.
I requisiti spirituali del diacono sono identici a quelli del Pastore:
1 Timoteo 3:8-13
8 Allo stesso modo i diaconi devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, non propensi a troppo
vino, non avidi di illeciti guadagni; 9 uomini che custodiscano il mistero della fede in una coscienza
pura. 10 Anche questi siano prima provati; poi svolgano il loro servizio se sono irreprensibili. 11
Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa. 12 I diaconi
siano mariti di una sola moglie, e governino bene i loro figli e le loro famiglie. 13 Perché quelli che
hanno svolto bene il compito di diaconi si acquistano un grado onorabile e una grande franchezza
nella fede che è in Cristo Gesù.
Il ruolo dei diaconi nella chiesa è quello di servire, soprattutto in senso pratico e questo servizio
consente al Pastore di essere impegnato soprattutto per le attività spirituali e dedicarsi di più alla cura
spirituale dei credenti.
Atti 6: 2-4
I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la
Parola di Dio per servire alle mense. 3 Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini,
dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo
incarico. 4 Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola».
Anche se tutti i credenti sono chiamati da Dio a servire, i diaconi solitamente svolgono quei lavori
pratici che sono più importanti e richiedono più responsabilità.
Esempi delle responsabilità dei diaconi
a. I diaconi curano gli aspetti pratici e la contabilità della chiesa.
Questo non vuol dire che prendono le decisioni su come utilizzare i soldi della chiesa; poiché il loro
utilizzo viene stabilito nel Consiglio di Chiesa per interventi ordinari e da tutta la Chiesa per interventi
straordinari.
Sono i diaconi a portare i soldi in banca, a pagare le varie spese, a portare l’assistenza ai poveri che
la chiesa aiuta.
Cura il patrimonio immobile della chiesa; l’acquisto e la preparazione del materiale evangelistico.
È molto importante capire che i diaconi stessi non fanno tutto. Possono anche delegare vari incarichi
ad altri credenti. Però, sono loro che ne hanno la responsabilità, e si devono assicurare che tutto venga
fatto con ordine e al momento opportuno.
Nella chiesa il Consiglio di Chiesa è l’Organo che prende decisioni e spesso delega ai diaconi il
compito di portare a termine le decisioni che hanno preso.
Troviamo un paragone del rapporto fra anziani e diaconi in un ospedale, dove i medici prescrivono
le varie medicine per i pazienti, e le infermiere hanno la responsabilità di somministrare la medicina
ogni giorno. Se ci sono dei cambiamenti nella condizione di un paziente, l’infermiera non cambia la
dose della medicina per conto suo, ma informa il dottore, in modo che egli possa dare nuove direttive
qualora servano.
Il compito del diacono è onorabile.
1 Timoteo 3:13
“Perché quelli che hanno svolto bene il compito di diaconi si acquistano un grado onorabile e una
grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù.
Questo compito può essere ricoperto anche dalle donne.
Romani 16:1
Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea,
NOTE CONCLUSIVE
La nostra Opera, prevede l’Organo del Consiglio di Chiesa, eletto democraticamente da tutti i membri
comunicanti (battezzati in acqua) i quali, hanno fatto regolare domanda di iscrizione nel Registro dei
membri Comunicanti, ivi compreso, il rispetto dei requisiti per l’appartenenza ad una Comunità
locale.
I Consiglieri di Chiesa debbono essere battezzati nello Spirito Santo e vivere in armonia con il
ministerio locale per non rappresentare una forma di “sindacato”. Il loro contributo serve ad arricchire
il conduttore e recare benefici all’intera chiesa.
Il Consiglio di Chiesa lavora in gruppo e non individua una sorta di “Vice pastore”, né tantomeno
agisce senza la responsabilità del ministerio locale, ma collaborano con il Pastore, onde evitare di
confondere la comunità e portare ad agire questo gruppo nel principio della maggioranza, escludendo
il pastore che resta il conduttore della comunità.
Il Pastore coinvolge il Consiglio di Chiesa, ma il Consiglio di Chiesa non agisce senza il Ministerio
locale, anche perché alcune decisioni, soprattutto di carattere spirituale, espongono in primis al
Pastore.
Anche all’interno del Consiglio di Chiesa si possono sviluppare un ministerio; in questo caso, oltre a
dare il contributo di saggezza e collaborazione, non mancherà l’occasione di poterlo esercitare per la
chiesa locale e universale e, se è di pastore, per la conduzione di una comunità.

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